Le molecole di segnalazione redox e il processo di guarigione .pdf
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Autor: Federico Rosatti
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Le molecole di segnalazione redox e
il recupero del benessere psico-fisico
È ormai ampiamente provato il ruolo chiave dello stress ossidativo nella patogenesi, nella
evoluzione e nelle complicanze di malattie infiammatorie, degenerative e neoplastiche.
Lo stress ossidativo è direttamente legato ad un accumulo intracellulare di radicali liberi, la
cui produzione supera le capacità di neutralizzazione degli stessi da parte essenzialmente di
tre enzimi; la glutatione-perossidasi, la superossido-dismutasi e la catalasi.
Il motivo per cui la produzione di questi enzimi, come detto fondamentali nel delicato
equilibrio omeostatico tra produzione e smaltimento dei radicali liberi, si riduce
progressivamente con il passare degli anni, va ricercato in un invecchiamento della cellula,
intendendo però non solo un processo involutivo a carico della singola cellula, ma, almeno
nelle cellule più differenziate, la possibile trasmissione di eventuali danni a livello genico,
con evidenti ripercussioni anatomiche e funzionali sulle cellule discendenti.
Peraltro è noto che stili di vita, alimentazione e fattori ambientali (intendendo fattori fisici,
chimici e biologici) sono in grado di condizionare pesantemente, in senso positivo o negativo,
l’età biologica della singola cellula e di conseguenza dell’intero organismo.
Ne deriva che l’età biologica di un individuo non sempre corrisponda alla sua età anagrafica.
L’impiego delle molecole di segnalazione redox rappresenta un passo avanti fondamentale nel
rallentamento di questo processo fisiologico (ma che spesso assume aspetti patologici).
Questo è attualmente possibile grazie alla geniale scoperta del dr. Samuelson che è riuscito
nell’impresa ritenuta impossibile di stabilizzare le molecole reattive di segnalazione.
Quello che era ritenuto impossibile, una sorta di contraddizione in termini (stabilizzare
molecole instabili) è stato realizzato ed il prodotto è ora a disposizione di tutti.
È posto in commercio come integratore, ma le potenzialità delle molecole di segnalazione
redox vanno ben al di là di un “semplice” integratore alimentare.
È stato giustamente fatto il paragone tra lampadine ed energia elettrica; i normali
integratori rappresentano le lampadine, il substrato, necessario ma variabile in rapporto alle
necessità dell’organismo, le molecole di segnalazione redox rappresentano l’energia,
indispensabile al funzionamento delle lampadine e, nel caso specifico, all’ utilizzazione dei
substrati energetici.
E a proposito di energia vale la pena ricordare la capacità delle molecole di segnalazione
redox di determinare un aumento del VO2 max (consumo massimo di ossigeno nella unità
di tempo, espressione della massima capacità di lavoro aerobico) e che ciò è in diretto
rapporto con l’incremento dei processi di fosforilazione ossidativa e quindi con la
produzione di ATP.
Perché in effetti le molecole di segnalazione redox determinano a livello cellulare un
incremento della produzione di energia che la cellula sfrutta per ottimizzare i propri processi
metabolici e di riparazione di strutture cellulari vecchie e/o danneggiate; ma anche per le
necessità generali di un corretto funzionamento dell’ intero organismo, il cui benessere
generale è quindi strettamente dipendente dal benessere delle singole cellule che lo
compongono.
Lo stato di salute della cellula è in rapporto alle sue condizioni anatomiche e queste
derivano a loro volta dalle condizioni funzionali.
È chiaro a questo punto che il processo di “recupero“ della cellula passa attraverso fasi e
tempi diversi.
Una delle domande più frequenti di coloro che hanno iniziato l’assunzione delle molecole
di segnalazione redox si riferisce al tempo che sarà necessario al recupero del proprio
benessere psico-fisico.
Il quesito non ha una risposta univoca ed è in rapporto all’età, alle condizioni psico-fisiche
dell’individuo ed alla gravità e durata dei disturbi.
Affezioni importanti come anche patologie croniche necessitano di tempi di recupero
proporzionalmente più lunghi rispetto ad affezioni lievi ed insorte recentemente.
Inoltre dosaggi e tempi di assunzione della terapia devono essere adattati al singolo individuo.
Si può comunque affermare che un cambiamento delle condizioni generali è avvertibile già
dopo circa un mese ma che i miglioramenti più evidenti si manifestano dopo 3-4 mesi di
terapia.
Viene spesso segnalata da coloro che assumono le molecole di segnalazione redox la
comparsa, dopo un periodo variabile da 3-4 giorni a 2-3 settimane, di una sintomatologia,
variabile da individuo ad individuo, caratterizzata da uno o più disturbi tra i quali ricordiamo
come più frequenti modesti rialzi della temperatura corporea, astenia, cefalea, dolenzia
addominale, lievi artro-mialgie.
È stata inoltre segnalata la possibile ricomparsa, anche più volte nel corso della terapia, di
sintomi correlati alle patologie specifiche di cui soffre l’individuo, disturbi che peraltro si
presentano in forma sempre più attenuata per quanto concerne intensità e durata degli stessi
e ad intervalli di tempo sempre maggiori, sino, il più delle volte, a scomparire del tutto.
Non si tratta di effetti collaterali in senso stretto, in quanto insiti nel meccanismo stesso del
funzionamento delle molecole reattive di segnalazione.
Non ha motivazione nè spiegazione scientifica l’occasionale e modesto rialzo dei valori della
pressione arteriosa riferiti saltuariamente da persone in terapia; in effetti la quantità di
cloruro di sodio presente in soluzione è inferiore ai 300 mg/litro, una quantità che non è
certamente in grado di produrre incrementi della pressione arteriosa, le cui cause vanno
quindi ricercate altrove.
Maggiore attenzione deve invece essere posta ad una adeguata idratazione, consistente nella
assunzione di una quantità di acqua uguale o superiore a 30 ml pro kg di peso corporeo al dì,
e ciò al fine di eliminare le scorie ed i prodotti tossici cellulari, la cui produzione subisce un
netto incremento a seguito della terapia con le molecole reattive di segnalazione.
Tossicità acuta e cronica non esistono. Del resto un prodotto commercializzato come
integratore alimentare deve essere per definizione privo di tossicità.
Agli scettici, a tutti coloro che nutrono dubbi sulla effettiva mancanza di tossicità delle
molecole di segnalazione redox, a coloro che ritengono, a torto, che nel corso del processo
di produzione si sviluppino sostanze tossiche quali l’ipoclorito di sodio o l’ idrossido di sodio,
o ancora che si sviluppi cloro libero suggerisco di spruzzare il prodotto su cute e mucose e
specialmente sulla mucosa congiuntivale, particolarmente sensibile.
Il prodotto non è assolutamente irritante e crea disturbi minori dell’acqua di una piscina.
Agli irriducibili, a coloro che devono toccare con mano le differenze, a coloro che come San
Tommaso devono mettere il dito, propongo (a loro rischio e pericolo) di mettere un dito in
una soluzione adeguatamente concentrata di ipoclorito di sodio, un secondo dito in una
soluzione acquosa contenente adeguata concentrazione di idrossido di sodio e un terzo dito
(quello che usano di più e che rimarrà integro, i primi due avranno come minimo perso
sensibilità, ma è probabile che riportino ustioni) nella soluzione di molecole reattive redox.
Il discorso sulla possibile tossicità cronica si archivia semplicemente con il fatto che le
molecole di segnalazione redox hanno una vita breve una volta entrate a contatto con
materiale organico (le cellule dell’organismo), una vita limitata ad alcune ore (ed è questo
il motivo che spiega la necessità di somministrare il prodotto due o più volte al giorno), al
termine della quale si neutralizzano spontaneamente, lasciando nell’organismo solo alcuni
ml di acqua e pochi milligrammi di cloruro di sodio.
In effetti le sole controindicazioni a questa terapia non riguardano le molecole reattive in
se stesse ma piuttosto la quantità di liquidi (in media circa 2 litri) che è indispensabile
assumere in concomitanza.
Pazienti con insufficienza renale acuta, insufficienza renale cronica in fase terminale
(oligurica), scompenso cardiaco grave, insufficienza epatica grave in fase ascitica, edemi
diffusi e stati anasarcatici di qualsiasi origine, ipertesi gravi con valori pressori non
controllati dalla terapia antiipertensiva sono soggetti con precise controindicazioni a
questa terapia.
Tutti i soggetti che non soffrono di queste patologie possono assumere tranquillamente la
terapia traendone grande beneficio.
La terapia, ripeto, è priva di effetti collaterali indesiderati.
Può inoltre essere associata a tutte le terapie farmacologiche o di altra natura e può essere
associata all’impiego di substrati antiossidanti (ad es. vit. C, vit E, etc.), agendo sinergicamente
con questi e potenziandone gli effetti.
Ma torniamo ai lievi e fugaci disturbi segnalati da alcuni soggetti nel corso della terapia,
solitamente più evidenti, come detto, pochi giorni dopo l’inizio della terapia stessa.
Tali disturbi non necessitano in genere di alcuna terapia farmacologica e regrediscono
spontaneamente nel giro di 2 o 3 giorni, raramente in un periodo di tempo superiore.
È peraltro giustificabile una temporanea riduzione della posologia della terapia con le
molecole reattive e in caso di disturbi particolarmente evidenti non vi è alcuna
controindicazione all’impiego di terapia farmacologica sintomatica.
È singolare il fatto che la sintomatologia riferita spesso “riproponga” in scala ridotta gli stessi
disturbi lamentati prima dell’inizio della terapia e ciò corrisponde perfettamente a quanto si
verifica in corso di terapie termali (la cosiddetta crisi termale) ed ancora nella terapia
omeopatica e nella agopuntura, vale a dire in tutti i casi in cui non si utilizza una terapia
sintomatica, ma si pratica una terapia “di fondo” che preveda di affrontare il problema alla
radice, la causa e non l’effetto.
Non a caso il principio su cui si basa la terapia con queste molecole è lo stesso principio su
cui si basa l’omeopatia: “similia similibus curantur” , i (mali) simili si curano con rimedi
simili (ai mali).
In tal senso la presenza di una riacutizzazione della sintomatologia rappresenta l’evidenza
clinica dell’effetto della terapia con le molecole reattive e deve essere quindi considerata un
segno prognostico favorevole, intendendo con questo una risposta positiva legata alla
attivazione di un processo di autoriparazione cellulare.
La spiegazione di tale fenomeno non è univoca.
È possibile che nei primi giorni di terapia, la terapia stessa (molecole reattive di segnalazione
redox) e/o l’ aumentata produzione di radicali liberi conseguente all’incremento dei processi
di fosforilazione ossidativa a livello mitocondriale non sia adeguatamente bilanciata da un
incremento della produzione degli enzimi deputati al loro smaltimento. E ciò a causa di
danni cellulari da invecchiamento, fenomeni involutivi, patologie che compromettono in
maniera più o meno pesante il corretto funzionamento del metabolismo della cellula che
proprio per tali motivi avrebbe inizialmente una risposta “pigra” alle molecole di
segnalazione redox e sarebbe quindi “lenta” nel ristabilire la corretta omeostasi tra
produzione e inattivazione dei radicali liberi.
Si verrebbe in tal modo a determinare un temporaneo e fugace incremento dello stress
ossidativo, rapidamente superato quando la cellula recupera il suo corretto funzionamento
derivante dall’aumento della produzione di enzimi con funzione antiossidante mediato dalle
molecole reattive di segnalazione.
E in effetti le molecole di segnalazione redox , come già detto in precedenza, “resettano”
l’ambiente cellulare, facilitando il processo di autoriparazione e quindi di autoguarigione
della cellula, o, in caso di cellule gravemente danneggiate, stimolando la loro morte per
apoptosi e la loro sostituzione con cellule nuove.
Non va dimenticato che sono inoltre potenti stimolanti del sistema immunitario, la cui
importanza nella gestione di sorveglianza e difesa di tutto l’organismo non verrà mai
adeguatamente enfatizzata.
In conclusione le molecole di segnalazione redox non promettono risoluzioni di malattie
e/o guarigioni miracolose, ma, da sole o, secondo opportunità, eventualmente associate a
terapie farmacologiche o di altra natura (associazioni possibili e per le quali non esiste
alcuna controindicazione), rappresentano attualmente un contributo fondamentale al
raggiungimento e al mantenimento di uno stato di salute e di benessere ottimali.
Dott. Federico Rosatti
Medico-chirurgo
Specialista Medicina interna
Specialista Cardiologia
Specialista Farmacologia clinica
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