MOZIONE IN MERITO ALLA GRAVE SITUAZIONE DEL VENEZUELA EMENDATA .pdf
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Título: Società della Salute
Autor: l.paolini
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Firenze, 17 febbraio 2017
Alla C. a del Presidente del Consiglio
SEDE
Mozione (ai sensi dell’art. 175 del regolamento interno)
OGGETTO: IN MERITO ALLA GRAVE SITUAZIONE DEL VENEZUELA
Il Consiglio Regionale
Premesso:
-
che è oramai nota la gravità della crisi petrolifera, agricola e industriale del Venezuela;
-
che il popolo venezuelano sta subendo un grave detrimento delle normali condizioni di vita
sostanzialmente riassumibili in assenza di generi alimentari di prima necessità, assenza di
medicinali, assenza di sicurezza personale, delinquenza dilagante, inflazione fuori controllo.
Dal rapporto del Segretario Generale dell’Organizzazione degli Stati Americani (OSA), Luis
Almagro, presentato il 31 maggio 2016 alla coalizione della Regione si evincono i seguenti
dati: inflazione del 700%, deficit fiscale del 17% del Pil, malnutrizione dell’ 85.3% della
popolazione, povertà al 76% nell’anno 2015;
-
che il New York Times ha usato di recente un'espressione emblematica per descrivere la
situazione sociale in Venezuela: “convulsioni da fame”. Imprese e aziende assaltate e
svuotate di macchinari e materiale, supermercati arrembati dalla folla e saccheggiati;
-
che è sempre più frequente l’utilizzo dei tribunali come arma di persecuzione politica e la
durezza della repressione delle proteste pubbliche. A gennaio 2015, tramite un Decreto
presidenziale, è stato autorizzato esplicitamente l'uso di armi da fuoco per controllare
incontri pubblici e manifestazioni pacifiche. Nel 2013, quando il presidente Nicolas Maduro
ha assunto l'incarico, i prigionieri politici risultavano essere 11 (secondo il Foro Penal
Venezolano, Ong di difesa delle vittime di persecuzione politica).
Tra il gennaio 2014 e il 31 maggio 2016, sono stati segnalati 4.253 detenzioni, arresti o
fermi. Attualmente ci sono 1.986 persone con processi penali aperti e altre 94 sono in
carcere, tra cui Leopoldo Lopez e Antonio Ledezma . Ad oggi ci sono 103 prigionieri
politici (secondo il rapporto online del Foro Penal Venezolano).
Considerato:
-
il profondo vulnus democratico esasperato dal continuo scontro di potere tra il Parlamento
di opposizione eletto a dicembre 2015 e la Corte Suprema di Giustizia. Secondo Almagro,
Segretario Generale dell’Organizzazione degli Stati Americani (OSA): “La Corte Suprema
ha limitato le funzioni del potere legislativo, ha emesso una decisione ufficiale per limitare i
poteri dell'Assemblea nazionale, sostenendo che sta tentando di usurpare le funzioni del
potere esecutivo”. Dal mese di febbraio al mese di marzo 2016 sono state 252 le sentenze
favorevoli al governo ‘chavista’.
Ricordato:
-
la risoluzione del Parlamento Europeo sulla situazione in Venezuela, 2014/2600 (RSP),
approvata in seduta plenaria in data 27-02-2014, che “ricorda (al Governo venezuelano) che
il rispetto del principio della separazione dei poteri è fondamentale in una democrazia e che
il sistema giudiziario non può essere impiegato dalle autorità a fini di persecuzione politica e
repressione dell'opposizione democratica”;
-
la risoluzione 2014/2998 (RSP), approvata in seduta plenaria in data 18-12-2014, che
“sollecita l'UE, gli Stati membri e il vicepresidente/alto rappresentante Federica Mogherini a
chiedere il rilascio immediato dei manifestanti arrestati arbitrariamente sin dall'inizio delle
proteste (dal febbraio 2014)”;
-
la risoluzione 2015/2582 (RSP), approvata in seduta plenaria del Parlamento Europeo in
data 12-03-2015, che “ricorda la sua profonda preoccupazione per il deteriorarsi della
situazione in Venezuela e condanna l'uso della violenza contro i manifestanti; chiede alle
autorità venezuelane di liberare immediatamente Antonio Ledezma, Leopoldo López, Daniel
Ceballos e tutti i manifestanti pacifisti, gli studenti e i leader dell'opposizione
arbitrariamente detenuti…” E che “sollecita l'UE, gli Stati membri e la comunità
internazionale a prendere posizione ed adottare misure per mostrare solidarietà con il popolo
venezuelano durante questo periodo difficile”;
-
la risoluzione 2016/2699 (RSP), approvata in seduta plenaria del PE in data 08-06-2016, che
“esprime inoltre preoccupazione per il blocco imputabile all'attuale stallo istituzionale e per
l'uso dei poteri dello Stato da parte dell'esecutivo per controllare il Tribunale supremo e il
Consiglio elettorale nazionale nell'intento di ostacolare l'applicazione di leggi e iniziative
adottate dall'Assemblea nazionale; chiede al governo venezuelano di rispettare lo Stato di
diritto e il principio della separazione dei poteri; ricorda che la separazione e la non
interferenza tra poteri ugualmente legittimi sono principi essenziali degli Stati democratici
in cui vige lo Stato di diritto”;
-
le precedenti risoluzioni del Parlamento Italiano sulla situazione in Venezuela, in particolare
la risoluzione conclusiva 8-000625, approvata in seduta plenaria in data 11-06-2014, che
impegna il Governo italiano a “condannare l'uso della violenza da ogni parte provenga,
sostenendo attivamente le iniziative volte ad assicurare il rispetto del diritto alla libertà di
espressione, associazione e riunione sia nei confronti dei singoli cittadini sia nei confronti
dei rappresentanti parlamentari e dei mezzi di informazione, garantendo così il
mantenimento del quadro di garanzie dello stato di diritto”;
-
la risoluzione conclusiva 8-00196, approvata in seduta plenaria in data 27-07-2016, che
impegna il Governo italiano a porre in essere con urgenza “gli interventi opportuni per
favorire una soluzione pacifica della crisi politica e, al tempo stesso, lenire la situazione
umanitaria, consentendo la spedizione di medicinali”;
-
il documento riservato della Segretaria di Stato del Vaticano, inviato al Presidente della
Repubblica, con quattro petizioni con cui il cardinale Pietro Parolin auspica: “Che vengano
adottate le misure per l'ingresso di cibo e medicine per il paese per alleviare la crisi
umanitaria; che sia concordato un calendario elettorale; che sia restituito il potere del
Parlamento, secondo la Costituzione; e che siano liberati i prigionieri politici”.
Tenuto conto:
- che, come ricordato dal Consiglio dell’UE, l'Unione europea sostiene pienamente gli sforzi degli
ex presidenti José Luis Rodríguez Zapatero (Spagna), Leonel Fernández (Repubblica Dominicana)
e Martín Torrijos (Panama) volti a favorire quanto prima un dialogo costruttivo ed efficace tra il
governo e la maggioranza parlamentare in Venezuela;
- che tale riconciliazione in Venezuela è estremamente importante sia per i paesi della regione per
l'Unione europea, anche tenuto conto che si tratta di un paese in cui risiedono attualmente oltre
600mila cittadini europei.
Visto:
-
che il referendum “revocatorio” del Presidente sarebbe dovuto essere l'unico strumento
democratico da garantire una soluzione pacifica alla crisi venezuelana. Il referendum
sarebbe dovuto avvenire entro il 10 gennaio 2017, in caso contrario, una volta revocato il
mandato, sarebbe rimasto in carica il Vicepresidente, nominato dallo stesso Nicolas Maduro.
Nonostante l'opposizione avesse consegnato lo scorso aprile 1.8 milioni di firme, il 20
ottobre u.s. il CNE ha deciso di bloccare la procedura di convocazione del referendum
“revocatorio”, rinviandolo a tempo indeterminato. Sono altresì state anche posticipate le
elezioni regionali, che sarebbero dovute avvenire a dicembre 2016.
-
che il 4 gennaio u.s. Nicolas Maduro ha nominato Vicepresidente il suo collaboratore più
radicale, Tareck Zaidan El Aissami Maddah, un venezuelano di origine siriana, accusato di
favorire la circolazione di fondamentalisti islamici in Venezuela, secondo l’informazione
pubblicata dal Wall Street Journal nel 2014 e recentemente evidenziata dal portale ebraico-
italiano Moked. Subito dopo Maduro ha creato il “Comando Antigolpe”, un gruppo di
coordinamento delle forze repressive dello Stato, sotto il controllo del nuovo Vicepresidente;
-
che lunedì 9 gennaio u.s. i legislatori dell'opposizione venezuelana hanno presentato
all'Assemblea Nazionale una mozione contro il Presidente Nicolas Maduro con lo scopo di
tenere elezioni anticipate e che la mozione, approvata dalla maggioranza dei parlamentari, è
stata dichiarata incostituzionale dal Tribunale Supremo di Giustizia, controllato dal
chavismo.
Ricordato:
-
che il Venezuela ospita la terza comunità italiana, in ordine di importanza, nei Paesi
dell’America Latina e, aggiungendo ad essi i discendenti delle generazioni successive, si
superano ampliamente i due milioni di persone;
-
-
che con la mozione n. 551 approvata nella seduta del Consiglio regionale del 14 dicembre
2016 (In merito al decesso del funzionario del Consolato italiano di Caracas Mauro
Monciatti) si è impegnata la giunta ad attivarsi, mediante ogni iniziativa, utile nei confronti
del Governo e del Parlamento, affinché si faccia chiarezza quanto prima sui misteri della
morte di Mauro Monciatti, per dare una risposta ai familiari e perché sia fatta giustizia e sia
riconosciuta la giusta dignità al lavoro svolto da un servitore dello Stato, scomparso
nell'adempimento del proprio dovere;
che rispetto a tale vicenda, per la quale son in corso due inchieste, una della magistratura
venezuelana e una della magistratura italiana, l'allora sottosegretario Amendola ha risposto
ad una interrogazione parlamentare presentata dall'onorevole Fabio Porta affermando che
"non è escluso che la morte del nostro connazionale possa essere causata da fatti di violenza
collegati alla grave instabilità in cui versa il Paese sudamericano, tanto che sono in fase di
valutazione possibili misure di rafforzamento dei servizi consolari italiani in funzione".
Impegna il Presidente della Giunta regionale
-
ad attivarsi presso il Governo italiano affinché si faccia garante dei diritti umani e delle
libertà individuali e collettive del Venezuela, del rispetto sia della sovranità del Parlamento
Venezuelano, democraticamente eletto dal popolo venezuelano lo scorso 06 dicembre 2015,
sia dell’autonomia del potere legislativo e dei principi elementari della democrazia;
-
ad attivarsi in ogni sede istituzionale al fine di adottare con urgenza ogni iniziativa utile,
anche in collaborazione con gli organismi internazionali e con i rappresentanti dei Governi
dell’Unione Europea, affinché sia dichiarata l’emergenza umanitaria in Venezuela e sia
aperto un canale di aiuto umanitario, per l’invio di cibo e medicine;
-
a condannare fermamente la persecuzione politica e la repressione dell’opposizione
democratica venezuelana, le violazioni della libertà di espressione e manifestazione;
-
a chiedere che siano rilasciati immediatamente Antonio Ledezma, Sindaco di Caracas
democraticamente eletto, e tutti i prigionieri politici;
-
-
a valutare la prosecuzione dei rapporti economici e diplomatici in essere con il Governo
venezuelano, visto il quadro di instabilità del sistema politico ed economico nonché il
mancato recepimento da parte del Governo di tutte le richieste provenienti dalle opposizioni,
compresa quella riguardante elezioni anticipate;
nel continuare a sollecitare Governo e Parlamento, mediante ogni iniziativa utile, affinché
sia fatta chiarezza quanto prima sui misteri della morte del funzionario del Consolato
italiano di Caracas, il toscano Mauro Monciatti, al fine di dare una risposta ai familiari e
perché sia fatta giustizia.
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